Ultimamente, per esigenze di lavoro, mi è capitato di dover cambiare leggermente le mie abitudini quotidiane: andare a lavorare in una sede diversa, incontrare gente nuova, affrontare un argomento non conosciuto. Nulla di straordinario, anzi una bella novità perché mi stavo un po' fossilizzando. Il mio lavoro, per fortuna, è abbastanza vario, però da un paio d'anni mi ero abituata ad una certa routine piuttosto stabile.
Con un po' di disappunto mi sono resa conto che uscire dalla mia zona di comfort, ovvero dalle mie abitudini consolidate, da tutte quelle cose che facciamo senza neanche più accendere il cervello, tutto subito mi ha creato un senso di fastidio.
Affrontare il traffico del centro, invece di fermarmi a pochi minuti da casa, incontrare clienti nuovi con cui instaurare un rapporto di fiducia o gestire gli inevitabili mugugni, cercare di comprendere un nuovo ambito che non conoscevo, ecc...
Tutto ciò, e la mia reazione istintiva, mi hanno fatto fare delle riflessioni.
Cosa c'entra tutto questo con il decluttering. Niente.
Anzi no, c'entra eccome! C'entra con il tema delle abitudini buone o cattive che abbiamo e che sono così comode e difficili da sradicare.
E con il fatto che declutterare la nostra casa e la nostra vita implica un cambio di prospettiva.
Devo vedere le cose con occhio diverso e decidere che voglio cambiarle.
Se gli oggetti si sono accumulati è anche perché non mi sono più reso conto che certi spazi della casa si stavano saturando. Vedo ma è come se non vedessi più.
E per questo che gli esperti consigliano di fare una foto e poi osservarla. Ne abbiamo già parlato qui.. Nella foto riesco a vedere cose che a occhio nudo non sono più in grado di vedere.
Comunque, torniamo alle abitudini.
Uscire dalla zona di comfort fa bene (anche se subito da un po' noia).
Proviamo a cambiare strada la mattina per andare al lavoro, invece di fare sempre lo stesso percorso. Proviamo a parlare con qualcuno radicalmente diverso da noi, per età, per abitudini o stili di vita, a metterci un pochino nei panni degli altri. Proviamo a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto prima.
E lasciamo alle abitudini il compito di automatizzare le cose che ci rendono più facile la vita quotidiana: le famose routines. Ma di questo parliamo un'altra volta.
Intanto, andate a leggere quello che scrive Cinquantadue proprio a proposito di cambiamenti.
Fatemi sapere se farete qualche cosa di nuovo nei prossimi giorni. Sono curiosa! Ciao!
Ne avevo parlato anche io traducendo Babauta. Molto interessante.
RispondiEliminahttp://semplicee.blogspot.it/2014/01/discomfort-consiglio-27_9615.html
Grazie Elena, ottimo spunto per esercitarsi al 'discomfort'! ciao!
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